Circolo ConeroBus

Capitolo III - L'Avvento del Tram Elettrico - Parte I -

Articoli /

L'AVVENTO DEL TRAM ELETTRICO 



Tutti i testi e le fotografie utilizzate per la realizzazione web della - Storia dei trasporti di Ancona - sono stati tratti dal libro "C'ERA 'NA VOLTA EL TRANVE" stampato nel novembre 1996.
 
Sandro Censi: ricerca - elaborazione fotografica;
Giorgio Occhiodoro: testi.

Nell'agosto del 1907 Venceslao D'Ottavi, consigliere d'opposizione, s'era battuto facendo presente che i cavalli non erano adatti o non in numero bastevole per i turni, tanto da provocare interruzioni e ritardi, aggravati dal carico spesso eccessivo "in onta alle prescrizioni regolamentari". Dopo la morte di Giovann Battista Marotti il servizio del "tranve a cavalli" era peggiorato in quanto gli eredi del defunto non avevano né la capacità né l'interesse di dare seguito alle intraprese del fondatore; per il Comune si presentava l'occasione di liquidare i Marotti ed avviare la necessaria elettrificazione della rete e passare alla gestione municipalizzata.....Ma il Sindaco Felici, pur apostolo della municipalizzazione, disse che la procedura sarebbe stata lunga e onerosa per il Comune che aveva limiti di disponibilità.

Ancona voleva il tramway elettrico come molte città italiane.
In questa foto un mezzo, anche se senza rotaie, ma con
trazione elettrica sul tratto La Spezia - Porto

Così il 25 aprile 1908 fu stipulata la convenzione con il Prof. Carlo Andreucci che rappresentava la società "Tranvie ed imprese elettriche" che prevedeva il prolungamento delle linee, l'intensifzione del servizio e la sua elettrificazione da attuarsi entro il mese di luglio1909. Alla data stabilita i lavori erano talmente indietro che il Comune il 26 luglio 1909 multò la Società per inadempienza contrattuale.

 

L'ORDINE Corriere delle Marche
Martedì - Mercoledì 27 - 28 Luglio 1909

Il tram elettrico alle calende greche

Come abbiamo annunziato il Comune sino dai primi giorni del mese corr. vista l'inadempienza della società concessionaria ad iniziare l'esercizio nel termine convenuto ha intimato alla società medesima legale protesta per atto d'usciere, dichiarandola tenuta al pagamento della penale pattuita di L. 150 il giorno. Successivamente ebbe luogo un accesso alla stazione centrale e lungo la linea eseguito dall'assessore ai lavori pubblici, ing. Piccioni assieme al capo dell'ufficio tecnico ing. Federiconi ed in contraddittorio col direttore locale del Tram. La visita rilevò che i motori non sono pronti, che la linea è in più punti incompleta ed anche il materiale è deficiente per numero. A seguito di ciò nella seduta di ieri la Giunta ha deliberato di promuovere giudizio d'urgenza contro la Società concessionaria per farne assodare l'inadempienza e la responsabilità. La causa sarà discussa tra pochi giorni al nostro Tribunale Civile.

 

L'ORDINE Corriere delle Marche
Venerdì - Sabato 27 - 28 Agosto 1909

Gli esperimenti del tram elettrico

Ieri sera, verso le 19, la vettura elettrica adibita alla prova, compiva un paio di gite dal deposito a Porta Pia, con esito felicissimo, facendo accorrere, lungo il percorso, molta gente. Attorno alla vettura galoppava un nuvolo di ragazzi. La vettura era condotta dall'ing. Schiosari della Tomson, la Società appaltatrice dei lavori per la trazione elettrica.

Stamane gli esperimenti sono continuati. Per essi è stata adibita la vettura num. 12, sulla quale sono saliti l'Ing. Emilio Belfrond - direttore dell'esercizio tranviario che sarà inaugurato tra breve - l'ing. Schiosari, il concittadino prof. Carlo Andreucci, consigliere della Tomson - e che ebbe tanta parte nella stipulazione del vantaggioso contratto al quale dobbiamo il tram elettrico - il cav. Ulisse, capo ufficio della Polizia Urbana, un nostro reporter e il brigadiere delle guardie municipali Paradisi. La vettura condotta dallo stesso ing. Schiosari, è uscita dal deposito e s'è inoltrata sul binario fino al passo al passo a livello. Quindi a dovuto fermarsi non potendo proseguire mancando l'autorizzazione della Direzione delle Ferrovie - autorizzazione che malgrado qualche punto controverso, già quasi appianato, verrà tra breve.

La vettura è tornata indietro a mezza velocità giungendo sino a Porta Pia. Al suo passaggio e al suono della campana d'avviso la gente si ferma, esce dalla porta delle case e delle botteghe, mentre le finestre si popolano. I monelli attorniano correndo la vettura. Il tratto da Porta Pia a Piazza Umberto I, viene coperto lentamente; allo scambio davanti la chiesa del Sacramento, le vettura devia per il Corso e rapidamente raggiunge Piazza Cavour, dopo aver sostato allo scambio di Via Marsala.

Si volta quindi l'archetto e si ritorna indietro, fra la curiosità sempre crescente della gente, che accorre anche dalle vie trasversali. Si rifà la strada percorsa fino al deposito. Gli ingegneri decidono una nuova gita onde provare meglio gli scambi. E la vettura si mette in moto con maggior velocità, per Via Nazionale, via Ventinove Settembre, Corso, sino a Piazza Cavour. Col successivo ritorno al deposito, l'esperimento è finito. L'ing. Belfront e l'ing. Schiesari se ne dichiarano soddisfattissimi.

Nel pomeriggio ha avuto luogo un altro esperimento. Per domani mattina è stabilita una nuova prova con percorso più lungo e cioè dal deposito al Mattatoio. Saranno praticate lievi modificazioni al salvagente e all'apparecchio della luce. Le vetture elettriche hanno bellissima apparenza, sono comode, eleganti tali da poter gareggiare colle migliori che si conoscono. Ogni vettura, che porta sul fianco lo stemma di Ancona a colori misura otto metri di lunghezza e due di larghezza; le piattaforme sono comodissime e ben riparate dalle intemperie.

Nell'interno i sedili di legno corrono lungo le pareti. Dodici finestrini (6 per parte) arieggiano l'interno. La vettura è illuminata da cinque lampadine elettriche, all'esterno un potente riflettore da 32 candele si proietta sulla via. Le vetture sono verniciate all'esterno di color verde cupo, con riquadri gialli a filetti rossi; nell'interno a color legno levigato. Nel deposito si trovano attualmente dodici automotrici; a queste si aggiungeranno per ogni occorrenza vetture a rimorchio. Si ritiene che dentro una quindicina di giorni, potrà essere iniziato il servizio delle linee Stazione - Piazza Umberto; nelle altre linee potrà essere iniziato verso la fine di settembre.

 
Via XXIX Settembre all'altezza dell'attuale Largo Traiano.
Sulla destra il fabbricato più basso è l'Hotel Milano;
a sinistra il comodo accesso carrabile alla zona portuale.

La sanzione dell'Amministrazione servì a svegliare i concessionari che nell'ottobre successivo ultimarono l'impianto; l'inaugurazione avvenne il 19 ottobre 1909 con gran soddisfazione della cittadinanza.

La vettura tranviaria con il cartello "Piazza Cavour - Piazza d'Armi" scende corso Vittorio Emanuele all'altezza di Piazza Roma.

[pagebreak]

L'ORDINE Corriere delle Marche
Martedì - Mercoledì 19 - 20 Ottobre 1909

L'inaugurazione del tram elettrico

Finalmente abbiamo il tram elettrico! Finalmente le belle vetture attraversano rapide le nostre vie e le nostre piazze riempiendole di squilli lieti e di tenue fragore. E' un nuovo segno di vita e di civiltà che percorre da un capo all'altro Ancona, dalle verdi pendici dove s'adagiano i padiglioni di cura per i poveri mentecatti, alle case nuove, linde e fresche di Via Santa Margherita, la recente propaggine di questa antica città dorica che si sviluppa e s'espande e si distende fra i suoi colli fioriti e il mare, a cercar l'aria ed il sole. Come ventott'anni fa, in un limpido mattino iemale, il popolo d'Ancona salutò la tramvia a cavalli che s'inaugurava, così oggi ha salutato con entusiasmo e soddisfazione il tram elettrico - per l'attuazione del quale opera tanta assidua ed intelligente spesero civiche amministrazioni rette da nostri amici - che indica il sempre più intenso progredire dei tempi, che segna un'altra tappa della nostra Ancona nella via del suo miglioramento, della modernità, della civiltà.

Il 19 ottobre resterà una data lieta della nostra vita cittadina. Stamane, con solennità, ha avuto luogo all'Officina della Palombella la inaugurazione del tram elettrico, in presenza dei rappresentanti di tutte le autorità cittadine, di numerose ed eleganti signore, dei rappresentanti della stampa. Abbiamo notato: S. E. il Comandante il nostro Corpo d'Armata comm. Caneva, il generale comandante la Brigata comm. Saveri, il colonnello di Stato Maggiore cav. Ciancio, il Prefetto comm. Trinchieri, l'on. Pacetti, il Sindaco conte avv. Bonarelli, gli ex sindaci commendatori avv. Felici, e dott.Petrelli, gli assessori cav. Ascoli e l'ing. cav. Piccioni, il cav. uff. Leopoldo Beer, i consiglieri provinciali conte Carletti Giampieri, cav. Ceccacci, prof. cav. Bucci Cesari, ing. Fossa Mancini, dott. Della Pergola, il questore comm. Lutrario, il prof. Andreucci, il Direttore della Banca d'Italia cav. Codevilla, l'avv. Agostinelli della Giunta provinciale Amministrativa, l'avv. Carloni, il S.P.G. cav. Gigli, il Direttore C ompartimentale delle ferrovie cav. ing. Doux con vari alti funzionari, il dott. Barello e il prof. Costarelli per la raffineria, l'ing. Zanconi e il sig. Picasso per i Cantieri, l'ing. Capo del Municipio Federiconi e molti altri ragguardevoli cittadini.

Agli intervenuti è stato offerto un ricco trattamento servito dalla pasticceria Garelli. Levando il calice dello champagne, il Sindaco conte avv. Bonarelli ha pronunciato un opportuno brindisi con cui si è rallegrato della solennità odierna augurandosi che l'impresa - così utile e decorosa - abbia sempre maggior estensione ed incremento lungo la nostra marina, e ne raccolga i meritati frutti. Ha bene augurato alla Società e al comm. Felici al quale la città deve essere profondamente grata perché fu il comm. Felici a risolvere a risolvere la complessa questione tranviaria nei rapporti delle antecedenti concessioni. (Applausi) Dopo i discorsi la folla degli invitati visita il padiglione delle macchinedove si farà funzionare la dinamo più possente.

Quando il volano di questa si mette in moto, un grande applauso echeggia e viene servita altra champagne con cui si inneggia a questo primo passo del gigantesco ferreo mostro che dapprima lento divien poi velocissimo nei suoi giri vorticosi. Nel padiglione sono tre le dinamo: una di 300 cavalli circa, un'altra di 150 e la terza di 50. In un'altra sala stanno accumulatori che in caso venisse meno o fosse insufficiente la produzione dell'elettricità, possono imprigionare tanta energia da permettere a dodici vetture di circolare sulle linee per tre ore continuate. Le macchine e il loro impianto, compresa la costruzione del padiglione, sono costate mezzo milione di lire.

Le vetture sono state costruite dalle Officine meccaniche di Reggio Emilia. Cinque automotrici, imbandierate coi colori nazionali e di Ancona, riconducono gli invitati in città. Esse percorrono, svelte, tutte le linee tra l'amministrazione del pubblico che sosta per le vie, s'affaccia alle porte e alle finestre. Una turba di monelli le insegue gridando gioiosamente. Le vetture raggiungono l'erta di Via Marsala, e salgono, benché gremite, con facilità. Lo slittamento delle ruote in vetta allo svolto per Via Farina, è presto vinto. Dall'alto della vettura scorgiamo al livello del Corso una siepe umana ammirante. Via via, superata la linea delle costruzioni del Nuovo Ospedale, tra il plauso della folla e l'impennamento di qualche cavallo, si raggiunge il Mattatoio dove le vetture si soffermano un po', percorrono la linea sino al Manicomio e retrocedono. Quest'oggi alle 14 il servizio tramviario elettrico è cominciato pel pubblico.

Il padiglione della Palombella ove erano piazzate le tre dinamo
da 50, 150 e 300 cavalli necessarie per una buona
alimentazione delle linee elettriche tranviarie.
 
 
"Cu l'arivo del tranve eletrico anche in Ancona al tranve a cavali andò in pensiò e il servizio fu smobilitato. Al vecchio personale de l'Azienda venne data la precedenza pe guidà sti novi mezzi elettrighi, se capisce che bisognava studià e fa pratiga e po' in ultimo c'era da dà l'esame (e tuti ciavevane paura!).
 
Due motrici in sosta nel tratto a doppio binario in piazza del Teatro; alle Muse davano spettacoli sin dal 28 Aprile 1827.
 
 
Racconta lo scultore Sanzio Blasi, ancunitano intel libro suo 'Da Capedemonte al Guasco' stu fatarelo ch'è sucesso quando 'Celestì de Melela' (quelo de la cavalina storna La Marchesina) se presentò a l'esame davanti l'Ingegnere Molluschi, bolognese, che poi si stabilì in Ancona dove morì all'età di 103 ani. Durante la prova teorica del nostro Celestì, el Diretore jè fa sta dumanda: se mentre salite con la vostra vettura per la Via Marsala a fianco del Tribunale, per un guasto improvviso sentite che la vostra motrice non ce la fa più a salire, cosa fate? E Celestì pronto: Sor Diretore tiru più che posu el freno a mà e po' si è che vedu che nun jela guanta a tenela, adopru quelo a aria.... Ma el Diretore incalza: E se neppure così riuscite a bloccare la vettura e questa continuasse ad andare all'indietro?.... Celestì, invece de risponde che in stu caso estremo bisognava prima de tuto invertì la marcia e po' azionà el freno eletrigo, risponde: E sor Diretore miu.... tristi a chi je capita!.... Perchè saria 'na fregnacia tropo grossa.... e propriu a me duvria capità?.... Ne mancu a dilo Celestì fu bociato e pasato al reparto pulizia de le nove luciganti veture eletrighe.
 
Il deposito, prima del tram a cavalli poi di quello elettrico, costruito in via Nazionale di fronte all'Officina del Gas. A sinistra carrelli di servizio per la manutenzione e riparazione della linea aerea.
 
[pagebreak]
 
M'è stato racontato el seguito de la storia de Celestì che ogni tanto, cun grande nostalgia, ripensava a le 'sue' pariglie de cavali e specialmente a la cavala storna 'La Marchesina' ch'aveva guidat pe tanti ani. Ma ormai l'Azienda del tranve nun ciaveva più bisogno de tuti quei cavali e cuscì l'à venduti e Celestì s'è subito informato de chi aveva cumprato la Marchesina; guasi je s'è ralegrato el core quando à saputo che l'aveva presa un comerciante a l'ingrosso che la teneva int'una casa de campagna da le parti del Pinochio. Un giorno nun je la fata più a tenesse: à preso el tranve eletrigo finu a Borcelì, al manicomio, po' dopu avè fatu un bichiereto de vì a la cantina de Santì de Tombolì a cuminciato a andà su pe la salita del Pinocchio.
 
Il tram elettrico lungo il viale Cristoforo Colombo, proveniente
dal Manicomio; sulla destra piazza d'Armi; in fondo non sono
state ancora costruite le case popolari.
 
El core je bateva un po' perché la salita era un tantinelo ripida ma sopratuto perché sperava de vedè la Marchesina; piano piano jè l'ha fata a rivà su  al   Pinochio,  po'  a  peso  la  strada verso el Forneto: nun era tanto distante sta bela casa de campagna in mezu a j alberi.
Quando è arivato davanti al cancelo de fero cià penzato un mumentì prima de tirà el curdò de la campanela, po' s'è fato curagio, prima piano piano: dlin - dlin, dlin - dlin.....po' sempre più forte dlin - dlon, dlin - dlon, dlin - dlon! I cani ane cuminciato a bajà, po' s'è vicinato un contadinoto che jà dumandato cusa vuleva. Celestì, tant'era la foga de discore e el panciò ch'j aveva meso la salita, inciaciava un po' ma qul'omo ja deto che aveva capito e che avria visato el padrò.
Defati dopo do menuti echete el padrò in persona, un vero signore cun do bei bafoni e un gilè indò spicava 'na catena d'oro, de l'urulogio, erta almeno un deto. E cuscì, ja ditu, vò sarè venuto a piedi fino a qui pe rivedè La Marchesina?
Guasi nun ce posso crede! Ma ve ricunuscerà più? Celestì stava cul capello intele mà e la testa bassa guasi a riconosce che quel signore ciaveva ragiò e stava guasi pr'andà via quando el padrò jà ditu: entrè, stami proprio tacando la cavala al calesse perchè vulevo face 'na pasegiatina finu a Candia.
Calesse e cavala erane pronti a la stala, la bestia ben pulita, cui finimenti novi e lucidi.A Celestì jè venuto el magò: quant'era bela La Marchesina!.... S'è vicinato pian piano a la cavala e à deto: sor padrò posso faje 'na careza?.... Certo, jà risposto, vedemo se te riconosce!Alora Celestì à fato 'nà careza dolce, legera, lungo el colo de La Marchesina, po' 'n'altra careza su quel bel muso pezato che fremeva finchè è cume scupiato un nitrito forte mentre le zampe davanti scalpitavane guasi a vulè bracià a Celestì.Scì, La Marchesina l'aveva riconosciuto el vechio Celestì de Melela!.... Celestì se n'era acorto, s'era girato pe nun fa vede qule lagrime che j erane venute fori da j ochi, chissà perché.
Guasi 'ndava via de fuga, senza manco salutà, quando el padrò l'ha richiamato: Celestì, visto che la cavala v'à riconosciuto, me pudreste fa el piacere de venì su 'na volta a la setimana pe daje 'na custodita, faje un po' de brusca e strija pe lucidaje el pelo e faje sganchì un po' le zampe?....
A pagamento, se capisce!E Celestì: a pagamento!.... Ma ve pago iu, sor padrò!.... E tanta era la cuntenteza che fece 'na riravolta e 'na bela culata per tera!E cuscì, cume intele favole, vissero felici e cuntenti d'essese ritruvati!...."
 
Piano S. Lazzaro da piazza Ugo Bassi a viale Colombo. In fondo Borcelì Novo e la salita del Pinocchio; in primo piano, a sinistra, la farmacia, il garage Rinaldi, la barbieria de "Cincì", il Bazar Folgore di Sabino.
 
 

IN TRAMBE

Palermo Giangiacomi (14/3/1887 - 22/3/1939)
- Lei dove andate? Ai mati? In do smontate?

- Ai mati ci andrà lei, sor mascalzone!
E' questa la magnera che parlate?
Badate mi marito è pizardone!

Ste fermo: come c'entra ste testate?
Impari il Galateo, l'educazione!
El digo a Gigio mio!....Per chi me piate?
Ve facio dichiarà in contravenzione!....

- Acidenti che scossa: andamo indietro?
- Stè un po' fermo! Minchiò: parlo col muro?
Ste al posto vostro, non venì indietro!

Se più secante vò che 'I mi compare!....
Minchiò, ci arfischia! Auh! Sé gnente duro!
Già de d'Ancona? Fe quel che ve pare!....

 
Tram in sosta davanti alla vecchia Stazione Ferroviaria che sarà
distrutta nella seconda guerra mondiale. A sinistra e a destra
si scorgono i "fiacaristi" con le loro carrozze a cavalli in
concorrenza con il nuovo mezzo di trasporto pubblico.
 
La vettura n° 1, revisionata nell'Officina dei
Fratelli Ugolini, è pronta a riprendere servizio.
 
 
Un particolare interessante è che, quando facevane la revisiò de le veture, le carozerie venivane ricostruite e montate intel'oficina d'ì frateli Ugolini che stava al Montirozo.
Intela fotografia, scatata el 4 aprile 1928, se vede la vetura n° 1 in revisiò a l'Oficina Ugolini. E' stata l'ocasiò pe fasse sta foto ricordo tuti insieme: Dirigenti de l'Azienda Tranviaria a uprai de la Ditta Ugolini. In piedi, da sinistra s destra, c'ene: Ugolini Arturo, Solustri, Mario (padrò del cà 'Tofolina' che porta in bracio), Fanesi e po' Rondinela che cu la scusa ch'era al più picolo d'alteza veniva mandato sempre alavorà intela 'buga' sotu a le veture.
Seguono cinque de l'Azienda: cu la becacia un verniciatore, poi l'Ingegnere Belfrond, Diretore de l'Azienda; Badini, caposervizio; Bertini, capofficina; Sternini, magazziniere; ancora 'n'upraio de la Dita e in ultimo Remo Ugolini. De sopra, in piedi sul predelino, Pucci; ai finestrini: 'n'upraio de Ugolini, Massaccesi, Ugolini Armando, Giuilio Garboni e el giovanissimo Sirio Zaccarelli.
 
 
E' curiosa la storia de stu giovane, allora quattordicenne, dipendente dej Ugolini ch'erane sei: Arturo, Remo, Archimede, Romolo, Aleardo e Armando che è l'unico vivente e sta de casa al 'Montirozo'. L'oficina, che se truvava a Via Mamiani pressapogo indovè ogi la Croce Rossa, era piculeta e più che altro lavoravane fori.
 
[pagebreak]
 
Un'immagine di Sirio Zaccarelli, il primo a destra, insieme
 a due colleghi; la vettura è la n° 1 sulla quale aveva
lavorato, appena quattordicenne, nell'Officina Ugolini.
 
 
Zaccarelli a ventunani coronò el suo sogno ed entrò intel'Azienda Tranviaria cume biglietaio; cun vari esami fece tuta la trafila da conducente del tranve eletrigo, sia de la cità che de la linea de Falconara, de autobus, cmionete del dopoguera e filibusse. Intel 1938 s'è spusato e cià avuto tre fioli fra i quali qul calciatore fori classe che imparò a giugà a palò intel campeto d'ì Salesiani pr'arivà po' al grande Torino e più volte a la Nazionale Italiana. Semo andati a truvalo, ogi otantaduene, in buone condizioni fisighe e la memoria limpida su l'Azienda Tranviaria dei suoi tempi. Ricorda ancora i nomi di molti suoi coleghi cume: Bracciatelli, Ugolini, Lanari, Scaccia, Macagnani, Politi, Zandri, Mela, Muller che sistemava i urlogi drento i tranve, Saracini, Silvestrelli deto Macarino, Proietti, Canonico, Casci che guidava la cisterna sghiza-acqua e tanti altri.
 
Un folto gruppo di tranvieri riuniti per una festa.
 
 
EL TRANVE DE 'NA VOLTA   LA FRENATA SECA DEL TRANVE
Elio Giantomassi   Gualtiero Ansevini
     

Per gnaltri fjoli el tranve
è statu, guasi, un divertimentu:
ce 'tacami de dietru pr'andà scòla,
opure stami 'n piedi sopra 'l predelì
per nun pagà 'l biglietu e per fugì
apena che vedemi el cuntrolore.
Ma, per queli ch'andavane in cità,
era 'na borcia longa
perché purtropu, el tranve
più forte de cuscì n'j la faceva.
Dal Pià 'rivava ala staziò,
dala staziò aj Archi,
pasava sotu l'arcu a Porta Pia,
Corzu Garibaldi pe'l tranve era salita
e nun parlamo po' de via Marzala,
la rampa lì de fiancu ala questura,
lì 'rancava de brutu e respirava
solu quandu vedeva el corzu Tripuli.
'Gni tantu el manuvratore,
quandu el tranve curiva un po' de più,
scampanelava a longo
per avertì la gente,
smovendo un piede sopra 'l pavimentu.
Vechiu tranve d'Ancona
quanti ricordi ciai purtato via,
de te è rimasta solu la fotugrafia...

 

 - E na madona, fjolo, che frenate!
Dopu vent'ani 'n hi 'mparato gnente?
Qui c'è crestiani, miga le patate!
Chi te cià meso qui a 'mazà la gente?
Ste pore done s'ene rutulate...
Frenà cuscì de brutu e malamente!
Vedèmo de nun fale ste impozate!?
Ma chi te l'avrà data la patente? -
- Si c'è qualcunu ch'è più brao de me
se faga avanti e vienga qui a guidà!
Qui se fadiga, cusa credè?!
Certo che se sta mejo sul sofà
e qui se casca si nun ve 'tachè:
C'è i feri aposta per tacà le mà!
Alora nun avevo da frenà?
Passava un gato sa, miga un crestià! -

 

Intanto el tranve eletrigo continuava a macinà chilometri su chilometri trasportando un saco de gente fra consensi e proteste specialmente per le numerose interruzioni de corente....cul tranve a cavali questo nun sucedeva!....
El manovratore del tranve guidava in piedi cu la mà sinistra su la leva de l'aceleratore e la destra sul comando del freno Westinghouse ad aria compressa.
Per avisà i passanti, i conducenti ciavevane a disposiziò 'na campanela che sonava mecanicamente pistando un pedale fatu a posta in corispondenza del piede: din... din... din; qualche volta el manovratore se duveva 'facià dal finestrì: aoh! Se guerci? Nun vedè manco el tranve?..." "
  
Porta Pia sotto il cui arco transita un tram; originariamente
era staccata, sul lato mare, al bastione di Santa Lucia che
al tempo della foto era già demolito.
 
[pagebreak]
 
Su le salite o in casi particolari, un marchingegno fatu a posta faceva calà un po' de rena su i binari, davanti a le rote motrici, de modo che nun slitassene. El pasegero che vueva calà giù avisava el manovratore tirando 'na cordicela che coreva in alto, vicino a le maniglie pe tenesse, e che faceva tintinnà 'n'altra campanela.
 
Dato che la velocità nun era tanta, el tranve se pudeva pià al volo sia per montà su che pe calà giù stando atenti a nun fa cume el Gobo de Tajarì che cià fatu un cascatò proprio giù pel Corso e la gente ch'el vuleva aiutà ja deto un po' scociato: ma nun possso calà giù cume me pare?!.... 
 
Una bella veduta di corso Vittorio Emanuele III fitto di tende parasole
e con un transito notevole; la gente passeggia tranquillamente in mezzo
alla strada e un carro attraversa il binario proprio davanti al tram.
 
Il tram che collegava il rione periferico di Piano San Lazzaro con il centro
della città; da notare in questa, come in tante altre vetture,
la vistosa tabella pubblicitaria.
 
 
Questo è el tranve del Pià fermo davanti a la casa d'ì Dazieri; è cul rimorchio perché la linea del Pià era sempre piena de gente, e po ' la matina, prima de le oto, cun quatro soldi ce pudevi fa l'andata e ritorno. Quando el tranve traversava la cinta daziaria se duveva fermà pe fa montà su i dazieri che cuntrulavane che la gente avesse sdaziato quelo che era obligatorio!
A bordo del tranve oltre al manovratore c'era un bijetaro che duveva passà in mezu a la gente, cu la borsa a tracola indò teneva soldi e biglieti, pe riscote uno per uno da tuti i pasegeri el prezo de la corsa e fa a cagnara cu le canaje che facevane de tuto pe nun pagà!
C'erane pure i viagiatori clandestini esterni, tacati intel tubo del Westinghause e a sede intela fascia del respingente: questi de solito, erane fioli che se tacavane pel gusto de fasse un viageto a gratisse; ma la Direziò del tranve intela fascia cià messo tuti i chiodi, longhi e guzi, ma incumè i fioli ce se tacavane lustesso!.... 
 
Una splendida voto del cavalcavia lato corso C.Alberto; in fondo a sinistra il Palazzo Gozzi, detto "Palazacio", sotto i cui archi c'era "el spacio del sor Bianchi". Il fabbricato, danneggiato dai bombardamenti, fu fatto saltare dagli alleati con le cariche di esplosivo per allargare il piazzale del Conocchio, deposito di camion e carri armati; in fondo a destra la scuola De Bosis.
 
 

Quando el tranve del Pià passava soto el cavalcavia, che nel fratempo era stato costruito, c'era chi calava giù al Palazacio, 'ndava a prende le sigarete al spacio del Sor Aristide Bianchi (e dà un'ochiata pure a le comesse ch'erane le più bele d'Ancona), e po' ripiava, sopro el cavalcavia, el stesso tranve che intanto aveva fatu el giro de la staziò!

[pagebreak]

Un tranviere, un certo Catena, era un tipo piutosto singolare; un giorno montò su al Mandrachio un amico che se racomandò: Oh, Catena, tira via, vede un po', si no me perdo el treno!....Catena girò el breto cu la visiera indietro, partì a tuta birra e nun se fermò più fino a la staziò saltando tute le fermate!  

Via Nazionale, oggi via Marconi: a sinistra gli uffici, l'officina ed il deposito dei tram; in fondo, a sinistra, il bel viale alberato in doppia fila in mezzo al quale passava la linea tranviaria; in primo piano, a destra, la scuola Stamura, che conserva nell'atrio una lapide dedicata all'eroina anconitana.
 
 

El Riò dela fetina ancora nun c'era ma c'era el Corso Tripoli che se stava slargando, cuscì fu ben acolta la linea che da via Marsala, l'Ospedale novo, Corso Tripoli, rivava fino al Tirassegno che era indò ogi c'è el campo sportivo dorico.

Qualche problema el davane la salita dietro el Tribunale e la relativa curva in alto, molto streta, che faceva fischià le rote per l'atrito sui binari (e fa smove i vermini muti a queli che stavane de casa lì intorno); ma dopo i manovratori se rifacevane su Corso Tripoli, in legera discesa, indò passavane velocemente cu l'aceleratore a.... tavuleta!

Il nuovo Ospedale Umberto I°, ai suoi tempi uno dei migliori d'Italia; il 24 giugno 1909, alla presenza del Re, fu posata la prima pietra sotto la soglia del portone: conteneva una pergamena racchiusa in un tubo di piombo murato in apposito foro. I due tram stanno incrociandosi nel tratto di doppio binario posto su corso Tripoli.
 
 
Ancora la curva del Sagramento, scendendo da Corso Vitorio Emanuele, era un po' disgraziata e cuscì più de 'na volta el tranve cui freni roti è 'ndato dritu dritu drento la barbieria 'El spechio d'oro'.... sa che scroscio de vetri e de spechi!....
 
Corso Vittorio Emanuele II: il tramway sta scendendo verso il SS. Sacramento; nel palazzo chiaro in fondo era ubicata la famosa barbieria "El spechio d'oro". A destra, in primo piano, in quel fabbricato con le finestre ad arco c'era l'Apollo, un "cafè chantant" molto rinomato all'inizio del secolo; nei sotterranei c'erano sale da biliardo e nei piani superiori sale da orchestra e spettacoli. E' rimasto famoso il duo Califano: canto e danza la moglie e pianoforte il marito; era una coppia così affiatata che nel vernacolo anconitano si diceva di due persone inseparabili: pare la copia Califano.
 
 

Ancora pel tranve eletrigo fu emesso el regolamento che pudemo lege intele pagine seguenti:



Questo articolo è stato inviato da Circolo ConeroBus
  http://www.circoloconerobus.com/

La URL di questo articolo è:
  http://www.circoloconerobus.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=28